Il Biancolella trova nell’isola campana un terreno fertile e ricco, perfetto per accogliere i suoi grappoli. Non a caso i Romani amavano definire questi luoghi con l’appellativo di “Aenaria”, terra del vino.
Le prime tracce del Biancolella risalgono al 1868, anno in cui Jules Guyot, esperto agronomo francese, ne delineò i primi tratti definendolo uno dei vitigni più coltivati in Campania. Qualche anno più tardi gli studiosi iniziarono a definirne scientificamente i tratti varietali e, grazie al perfetto connubio con la terra ischitana, si iniziò a considerarlo un vero e proprio vitigno autoctono.
Come abbiamo già sottolineato, il Biancolella è il vitigno più diffuso a Ischia, ma viene coltivato con successo anche in tanti altri posti come Capri e Procida, a Furore, Tramonti e Ravello. Poi a Sorrento, Paestum, a Pompei e più lontano a Foggia e nel Lazio.
La chiave del successo del Biancolella è però il terreno dell’isola. Non ci riferiamo soltanto alla pura e semplice origine vulcanica ma proprio al tipo di eruzioni che sono avvenute nel corso dei secoli. Il terreno è ricco di pietra pomice e ceneri sulla quale si sono stratificate numerose colate, creando il presupposto per la nascita di un suolo fertile, ricco di sali minerali e sostanze nutritive. Un grande lavoro lo fa anche il mare che ne lambisce le coste, la sabbia dei litorali, le ripide falesie e il clima mediterraneo che dona inverni miti, mesi estivi caldi con basse escursioni termiche.
La natura del Biancolella è versatile ed eclettica, gli permette di essere vinificato in purezza, quale unico ed energico vitigno protagonista di vini superlativi, sia in assemblaggio con altre varietà, entrando così a far parte di numerose denominazioni campane come, ad esempio, la Campi Flegrei DOC o il Capri DOC.
Il Biancolella regala vini che seducono lo sguardo con un allegro e vivace giallo paglierino in cui scorrono delle piacevoli sfumature verdi. Il bouquet fruttato è un’esplosione di agrumi, erbe aromatiche mediterranee e frutti maturi a polpa gialla. A sorpresa emerge un aroma delicato di fiori bianchi e miele. In bocca piacevolmente fresco regala una beva facile e scorrevole. Il retrogusto è leggermente mandorlato. Si sposa perfettamente con piatti di mare e taglieri di formaggi freschi.